giovedì 22 settembre 2011

Metro e nuvole

Scorrono davanti agli occhi come stelle cadenti: volti, abiti, manifesti. La vita scivola via dal finestrino e le estremità della mente si allungano verso te. Scoprirti nuvola come dal traffico alzi lo sguardo verso il cielo mentre il moto veloce degli oggetti li smarrisce. E sei ancora li, come luce distratta sulla pellicola, come la forma di un sorriso. Sei dietro le molteplicità del tempo, dall'attesa alla frenesia, dalla partenza al traguardo. Mentre sento la goccia che cade, il passo sull'erba, mi chiedo se la "conoscenza del vento" non sia poi così irraggiungibile.

domenica 18 settembre 2011

Equilibrio di arco e freccia.

Scoccare una freccia richiede il raggiungimento di una condizione ottimale di equilibrio. Il bilanciando della forza muscolare con la resistenza dell'arco tuttavia non garantisce la precisione. Occorre parallelamente un altro tipo di equilibrio fra la mente e la traiettoria.
Equilibrio e intenzione sono componenti fondamentali per ottenere un buon risultato, entrambi gli aspetti sono congiunti dal momento che l'intenzione comunica all'equilibrio la giusta misura. Un arco eccessivamente teso ci farà perdere di vista il bersaglio, se troppo lento invece lo mancherà per mancanza di intenzione. Così come in molte altre occasioni, ci è richiesto di bilanciare forze e intenzioni per raggiungere ciò che cerchiamo.

venerdì 16 settembre 2011

Le cose orribili

Sembrano persone meravigliose.
Poi per un istante sbagliato, mi cade l'occhio su quella piega oscura.
E non ci credo, sembra uno scherzo. Invece sei proprio tu, orribile.
Sembrano persone meravigliose,
non quando la sera cede l'attenzione e il tuo patetico, credo, dolore
scivola come il fango sui piedi nudi. Io sto a guardare terrorizzato
dalla possibilità che mi infetti quell'odore di depravazione e abbandono
che è vergogna sul suo cuore.
Sembrano persone meravigliose,
quando passa la notte e sembra che a tutto ci sia rimedio, quando speri
di coprire l'umido della parete con un quadro o un calendario.
Sembrano.

giovedì 15 settembre 2011

A carte scoperte

Come potrei ancora apparire oscuro ai tuoi occhi?
Sembra che un colpo di vento abbia rigirato le nostre carte. Potrei pur sempre inventare un nuovo alfabeto per cifrare ogni parola, una nuova lingua per nascondermi. Eppure sento che qualunque muro attorno a me non sarebbe più tanto arduo da scavalcare, nessuna parola sappia nascondere, nessun carattere cifrare; ora che sai di me.
E, senza esserne pienamente consapevole, ho lasciato che cadessero quei fogli, li ho lasciati per te. Quanto è ridicolo poter scorrere una vita come le pagine di un diario, avere fretta nel guardarne le immagini più colorate, saltare i passi noiosi, arrivare all'ultimo giorno e iniziare a scrivere. Lasciamo i drammatici ai loro no, ai loro si per scappare coi nostri "boh"!
Tutto nel battito di un ciglio, tempo d'insonnia surreale. Tempo per abbandonare la partita e immaginare uno sguardo lontano, per dirsi quello che avremmo detto comunque, come forse abbiamo già fatto migliaia di anni fa.

venerdì 9 settembre 2011

I think I don't really know.

Yes, that's what I do think. I don't really know what is going on. As always it's a meaningless fighting between logic and mind. Of course the brain is not logic at all! Certain people are so proud of their logic and to behave like they were really numerical codes. I feel like trapped by a web. I always thought two body problem was a joke. But here is a network of interests where my reasons dissolve like bubbles...

mercoledì 7 settembre 2011

E' sufficientemente tardi per iniziare con un "E quindi".

E quindi è così che era.
Questo è il monologo del "ah... io credevo che...". E' un suffisso al quale ognuno ha una storia da attaccare. Certo, le apparenze ingannano sempre, soprattutto quando coinvolgono l'interpretazione dei pensieri, dei comportamenti altrui... così sottili o a volte così ben organizzati. Rimani intrappolata tra le maglie del malinteso, del sottinteso, del vagabondare danzante tra i sospetti altrui: occhietti maliziosi aperti e chiusi sul ciglio della tua distrazione notturna. E ad un tratto *FRAM*, come il famoso chiodo che cede mentre il quadro vien giu' dopo anni di vanità e noia.
Quadro anch'io nella mia vanità e colore che scivola via. Fingo disattenzione e mi appoggio all'immagine stanca di me che sembra convincere mentre, di poco oltre lo sguardo schivo, è CLANG di ingranaggi al ritmo di locomotiva, è pensiero e illusione.
Perchè a noi piace avere tutto insieme.
E quindi è così che era l'altro lato della luna.

Non-Incontri

Avrei voluto che fossi tu ad aspettarmi stamattina all'ingresso dell'istituto. La mia miopia peggiora se riesco a scambiarti per un totale sconosciuto che non si e' neppure degnato di rispondere al mio incerto "Bonjour". Forse perche' era incerto come anche il mio sorriso. Eppure ti immaginavo li e ho intravisto una piccola lacrima nella mia mente pochi istanti prima di attraversare le porte automatiche all'ingresso di quella struttura arancione ben rilassata sul plateau di Saclay.
Pensavo ad un impossibile "Ciao Giovanni!" e, di fronte alle parole in rilievo "RECHERCHE FONDAMENTALE", immaginavo la solita domanda "Ma tu che lavoro fai?" alla quale, ironicamente, faccio fatica a rispondere anch'io per come stanno andando avanti le cose.
C'era davvero qualcosa che avessi bisogno di capire? O forse era semplicemente meraviglioso ricominciare da capo tutte le volte, unico esempio di "rimozione-del-giorno-prima" che ora profetizzo con velleita' cabarettiste. Il tempo di un anno ha raggiunto le mie spalle giusto stamattina, benche' al tepore delle luci settembrine misticamente soffuse della tarda mattina francese.

lunedì 5 settembre 2011

Story of a smile

Looking at this cigarette, while the smoke spread out in the air, I can guess without to much mind effort that inevitably it will come to an end. It might seem trivial as it is in fact. As it is trivial that everything in the world will find an end and pass away, from the point of view of a living being. Every single thing contains the paradigm of mortality. In some sense, this concept acts like a "shape" that we give in general in order to understand the meaning of time.
Things die. Love, faith, traditions, all of them will finish as my beer, my cigarette, my stay. Everything in Nature seems to be bend to the Time's will. That was my conclusion until I got back to my "maison", before responding to the smile of the guardian with my smile. Then I realized. What eventually die is only whatever you have the time to be conscious of. I do have the time to notice that my beer is ending, I do have time to understand that we're gonna break up our relation, I do have time to realize that things die because they "are dying". Even if it's not always true, even the death is something that wants to be understood as "living being". This is an old story: nature doesn't like sudden changes then it produces a sort of delay.
So the only things that in our mind (the only place where consciousness can live, then where things can be classified as "living being") find an end are those that we can associate with a process or a "life" or a development of something. During the time of that smile I didn't had any time to realize when it starts and neither when it ended. I was just passing distracted by thoughts, smiling back without paying attention. So my answer to the question: "are there endless things in the world?" is Yes, and they are only "moments". The present, the running instant is the only things I can conceive that cannot be defined as a "living being". This could be a good excuse to say that the only immortal love is the one that feel during the time of a glance, if you have time to realize it and to give a name to it, then you know...