lunedì 21 marzo 2011

Fabien Raimbault

Cosa aspetti li al freddo Fabien? Resterai li tutta la notte?

Fabien vende piccole cose: fazzoletti ("mouchoirs a dix centimes"), libelli, souvenir di Parigi. A partire da un orario imprecisato nel cuore della notte compare sulla scalinata principale della maison internationale della cité universitaire. Fabien ha un nome, ed è Fabien Raimbault.  Così come tutti i venditori di strada ha un aspetto molto comune se visto da lontano, avvolto in una sciarpa ed un cappuccio tirato su per proteggersi dall'aria che, nonostante la primavera, sa intimidire. Da lui ho comprato una copia de "le Petit Prince" chiedendogli di firmarla. Probabilmente non ero il primo dato che non ha battuto ciglio alla richiesta.

Cosa aspetti quindi Fabien? Certo non che qualcuno passi a comprare dei fazzoletti, sarebbe scontato. Quindi cosa nasconde quel sorriso francese e quei sottili occhi azzurri?

lunedì 14 marzo 2011

Niente da aggiungere

Succede e basta. Un giorno ti piomba in casa Antonio e la vita assume una proporzione sconfinata. La città stessa diventa insufficiente, è un'identità in espansione, un bisogno primordiale di possesso. Fu così che prendemmo la bastiglia: con una chitarra, un cajòn e un'armonica. La bamba in metro, compleanni, Pauline alla ricerca di Monmartre, JungleSpeed, sorriso e fiori di tunisi, flamenco arabo alle "colonne" di Parigi, concerti rag, il bimbo break dance, le ballerine, i magici quartetti inattaccabili di ragazze, beck's man reloaded e Banglabeck's, concerto vocal a Chatelet con ingaggio immediato, il tizio del biglietto da visita "contre temps", lei che parlava al telefono ma che in realtà se la rideva, e poi Canada tutta la vita, Vicky, il Moise e il video alla mamma. Chiusura in bellezza alle 2 con linguine al sugo.

mercoledì 9 marzo 2011

Che non e'.

Il desiderio meraviglioso che abita il mio pensiero e quello che non potrei mai accettare di vivere.