lunedì 31 gennaio 2011

Altrove

Ricordo una mano leggera che sapeva trovare la strada fino alla mia.
Ricordo come una traccia che da un altrove dimenticato raggiungeva
il mio cuore, talvolta nel silenzio, talvolta nel caos.
Silenzio come di spalti abbandonati,
parole come sorrisi,
sorrisi come voragini nel caos.

Ne seguo i bordi rimarcati dal tempo. Ogni tanto dico "non li!" a qualcuno
che passa incauto, a qualcuno inesperto, a qualcuno che amo.

D'illudersi e' il caso se cala la bruma.

domenica 9 gennaio 2011

Back in Paris

il seguito del post precedente lo scrivo direttamente dal mio nuovo appartamento alla maison de provinces de France alla Cité Internationale Universitaire de Paris. Arrivato a Parigi verso mezzanotte mi sono imbattuto in due musicisti da strada, sassofono e clarinetto, (in realtà studenti) con cui ho fatto un pezzo di M13.

Arrivato alla Maison, con mio enorme stupore, non ho avuto alcun problema nel fare il check in ed occupare il mio studio! Solo due dettagli: a) la rete prende in punti scomodi della stanza, b) non ci sono tazzine da caffé...

Direzione Parigi

Direzione Parigi. Questa è l'unica cosa che posso garantire mentre sono
seduto sul TGV-6584. L'ora di ritardo mette in ridicolo la corsa sotto la pioggia dal Cern alla Gare Cornavin, già ridicola dato che non è la prima volta
che non riesco ad uscire dal cern senza perdermi per quei corridoi
da fabbrica abbandonata da anni '50.
Arrivato a destinazione dovrò soltanto sperare che la Cité Universitaire
sia ancora aperta per poter occupare il mio appartamento, altrimenti
farò un giro per il boulevard peripherique cercando un ostello di fortuna
per passare la notte in pace. In pace dai pensieri.


E' stato convenuto che costeggiare il burrone e correr dietro a vecchie caldaie
arruginite non è cosa da raccomandare, soprattutto in giornate piovose come questa. Eppure sembra essere una condizione esistenziale (almeno la prima).

Non ho ancora capito se è una fortuna sapersi distrarre tanto facilmente
dal precipizio, basta una risata. Forse basta solo un'amico, o il suo pensiero.
Si, forse basta quello per credere che nonostante tutto (la frase finisce qui).
D'altra parte (e intendo proprio da un'altra parte, visto che la frase che segue non è in alcun modo legata al paragrafo precedente...) in molti mi chiedono perchè sono capace di frequentare persone con cui difficilmente farei un discorso serio. La risposta è che il "voler bene" può essere completamente scorrelato dalla
stima o dagli interessi comuni. Semplicemente ci si può voler bene senza
alcun motivo, giusto perchè si sta bene. In ogni caso non siamo tenuti a sposare
tutte le persone che amiamo (per fortuna).
Volersi bene non è una scelta. Capita e basta un po' quando si mette troppo
sale nell'acqua: si scioglie, e alla fine magari era giusto che quel
pizzico in più cascasse. Voler bene è un gesto tanto casuale che a volte
è proprio sbagliato! Nel senso che è facile che se ne perda il controllo.
In ogni caso fa bene...

E' una lotta contro il tempo ma non per ragioni epistemologiche, di fatto
la batteria del portatile sta iniziando a lampeggiare minacciosamente;
per cui come ultimo commento a questo viaggio, concluderei specificando
che il fine ultimo della giornata è di portare in
salvo la chitarra, la quale ha subito l'umiliazione peggiore oggi,
e cioè di essere stata rivestita con un sacco nero da spazzatura per
proteggerla dal diluvio. Una muta di corde nuova basterà a consolarla?

giovedì 6 gennaio 2011

The oval

Tavolo ovale, meeting. In ritardo di un'ora. Non capire, ascoltare, desiderare l'altrove, perdersi nel piacere da tabacco e caffé: tavolino fuori in inverno.
Tardi la sera aspettando un messaggio dal mondo. Istanti emotivamente poco chiari fissando il cellulare, desideri. Cielo, pioggia, forme lunghe distese nello spazio e strani figuri ondeggiano per la mensa mentre tutto assume forme indefinite. Fragili Necessità e ambiguità che parvade stanze e pareti.