domenica 9 gennaio 2011

Direzione Parigi

Direzione Parigi. Questa è l'unica cosa che posso garantire mentre sono
seduto sul TGV-6584. L'ora di ritardo mette in ridicolo la corsa sotto la pioggia dal Cern alla Gare Cornavin, già ridicola dato che non è la prima volta
che non riesco ad uscire dal cern senza perdermi per quei corridoi
da fabbrica abbandonata da anni '50.
Arrivato a destinazione dovrò soltanto sperare che la Cité Universitaire
sia ancora aperta per poter occupare il mio appartamento, altrimenti
farò un giro per il boulevard peripherique cercando un ostello di fortuna
per passare la notte in pace. In pace dai pensieri.


E' stato convenuto che costeggiare il burrone e correr dietro a vecchie caldaie
arruginite non è cosa da raccomandare, soprattutto in giornate piovose come questa. Eppure sembra essere una condizione esistenziale (almeno la prima).

Non ho ancora capito se è una fortuna sapersi distrarre tanto facilmente
dal precipizio, basta una risata. Forse basta solo un'amico, o il suo pensiero.
Si, forse basta quello per credere che nonostante tutto (la frase finisce qui).
D'altra parte (e intendo proprio da un'altra parte, visto che la frase che segue non è in alcun modo legata al paragrafo precedente...) in molti mi chiedono perchè sono capace di frequentare persone con cui difficilmente farei un discorso serio. La risposta è che il "voler bene" può essere completamente scorrelato dalla
stima o dagli interessi comuni. Semplicemente ci si può voler bene senza
alcun motivo, giusto perchè si sta bene. In ogni caso non siamo tenuti a sposare
tutte le persone che amiamo (per fortuna).
Volersi bene non è una scelta. Capita e basta un po' quando si mette troppo
sale nell'acqua: si scioglie, e alla fine magari era giusto che quel
pizzico in più cascasse. Voler bene è un gesto tanto casuale che a volte
è proprio sbagliato! Nel senso che è facile che se ne perda il controllo.
In ogni caso fa bene...

E' una lotta contro il tempo ma non per ragioni epistemologiche, di fatto
la batteria del portatile sta iniziando a lampeggiare minacciosamente;
per cui come ultimo commento a questo viaggio, concluderei specificando
che il fine ultimo della giornata è di portare in
salvo la chitarra, la quale ha subito l'umiliazione peggiore oggi,
e cioè di essere stata rivestita con un sacco nero da spazzatura per
proteggerla dal diluvio. Una muta di corde nuova basterà a consolarla?

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